Psicoterapia individuale: la comunicazione assertiva nel Disturbo d’Ansia Sociale
A cura della psicologa psicoterapeuta Dott.ssa Stefania Ciaccia
Le persone che soffrono di Ansia Sociale, come abbiamo visto negli articoli pubblicati precedentemente sul blog hanno pensieri disfunzionali relativi alle loro competenze sociali.
Credono, cioè, di essere poco interessanti, goffi, antipatici, incapaci di gestire le situazioni sociali e sono convinti che tutti li giudicheranno negativamente per questi motivi.
In termini comunicativi, sono persone che possiamo definire anassertive.
Avete mai sentito parlare di assertività e comunicazione assertiva?
L’assertività è uno stile comunicativo e relazionale che permette una chiara e diretta espressione di sé, rispettosa dell’altro e dei suoi bisogni e valori, in modo adeguato e coerente al contesto in cui ci si trova, al fine di perseguire gli obiettivi ricercati.
Le persone che soffrono di ansia sociale, temendo il giudizio degli altri, hanno difficoltà a relazionarsi positivamente, per cui fanno fatica a esprimere un’opinione, provano disagio a manifestare un apprezzamento o un disaccordo, si sentono impossibilitati nel comunicare i propri bisogni o le proprie emozioni, proprio perché la sensazione che provano in mezzo agli altri è quella di stare su un palco con gli occhi di tutti puntati addosso, pronti a una valutazione negativa.
Durante il trattamento di psicoterapia individuale cognitivo – comportamentale, viene dedicata una parte del percorso al training sulle competenze assertive.
Il training assertivo nella psicoterapia individuale
All’interno di un percorso di psicoterapia individuale cognitivo comportamentale, i pazienti vengono invitati a riflettere sulle proprie competenze comunicative che normalmente possono essere passive, aggressive o passivo-aggressive.
Nella comunicazione passiva, il soggetto è incapace di esprimere le proprie emozioni o i propri sentimenti, ritiene gli altri migliori di sé stesso, ne teme il giudizio, tende a sottomettersi al volere altrui e pertanto difficilmente riesce a soddisfare i propri bisogni e desideri: questo porta il soggetto passivo a sentirsi frustrato, spesso triste o arrabbiato con sé stesso.
Nel comportamento aggressivo, il soggetto è interessato unicamente a soddisfare i propri bisogni prevaricando gli altri; i soggetti aggressivi ritengono di essere sempre nel giusto, addossano agli altri le responsabilità dei propri errori e sono irremovibili rispetto alle loro posizioni.
Infine, nel comportamento passivo – aggressivo, il soggetto non riesce a esprimere in maniera autentica, chiara e coerente ciò che pensa e sente ma non riesce nemmeno a fingere che non stia provando emozioni negative, per cui mette in atto comportamenti o assume un dialogo che mira a ferire l’altro, ritenuto colpevole del suo malessere.
Nel caso del Disturbo d’Ansia, i soggetti, spesso, mostrano un comportamento anassertivo di tipo passivo e, qualche volta, passivo – aggressivo: questa difficoltà a livello comunicativo, tende, non solo a mantenere la problematica manifestata col disturbo, ovvero il timore del giudizio altrui basato sulla convinzione di essere inadeguati a livello sociale, ma addirittura la peggiora.