Perché mi sembra di non riuscire a respirare? Il ruolo dell’iperventilazione negli attacchi di panico
A cura della psicologa psicoterapeuta Dott.ssa Francesca Cervati
Come abbiamo visto negli articoli precedenti durante un attacco di panico – o anche durante un episodio di ansia molto forte – può capitare di sentire la testa confusa, poco lucida e di avere una sgradevole sensazione di svenimento o soffocamento.
Spesso, proprio a quel punto, iniziamo a pensare di poter svenire, morire o morire d’infarto.
In realtà, niente di tutto questo accadrà. E allora perché ci sentiamo così male e ci sembra proprio di essere sul punto di svenire o soffocare?
L’iperventilazione
La risposta alla domanda precedente è in realtà semplice: stiamo respirando male, o per dirla in gergo tecnico, stiamo iperventilando.
L’iperventilazione consiste nell’eccesso di respirazione, ovvero nel respirare con una frequenza e/o con una profondità eccessiva rispetto ai bisogni dell’organismo in quel momento. Questo, peggiora i sintomi che si provano negli attacchi di panico e negli attacchi d’ansia.
Cosa succede nel nostro corpo?
Ogni volta che inspiriamo, l’ossigeno entra nei polmoni dove si lega all’emoglobina, una molecola dei globuli rossi del sangue.
L’emoglobina porta l’ossigeno in tutto il corpo e lo rilascia alle cellule, che lo usano per avere energia mentre producono un “gas di scarico”, ovvero l’anidride carbonica.
L’anidride carbonica passa nel sangue e viene trasportata ai polmoni per essere eliminata con l’aria espirata.
È proprio l’anidride carbonica che fa staccare l’ossigeno dall’emoglobina in modo che passi nelle cellule.
Quindi, capirete che se è fondamentale respirare ossigeno, è altrettanto importante che non manchi nel sangue l’anidride carbonica.
Il corpo lavora meglio quando ossigeno e anidride carbonica sono in equilibrio.
Quando iperventiliamo avremo moltissimo ossigeno nel corpo, ma pochissima anidride carbonica, perché ne buttiamo fuori troppa espirando e non ne rimane abbastanza nel corpo.
Inoltre, alcuni vasi sanguigni si restringono, soprattutto quelli che portano il sangue in certe aree del cervello.
Cosa succede? Arriva sicuramente più ossigeno ai polmoni, ma sorprendentemente ne arriva anche meno ad alcune aree del cervello.
I sintomi dell’iperventilazione
La situazione che si crea durante un momento di iperventilazione porta ad alcuni sintomi:
- Senso di mancanza d’aria;
- Senso di testa leggera;
- Senso di stordimento;
- Senso di irrealtà e di stranezza del proprio corpo;
- Senso di irrealtà delle cose circostanti;
- Senso di confusione;
- Tachicardia, cuore che batte più velocemente;
- Sensazione di spilli o di formicolio alle mani, ai piedi e al viso;
- Rigidità muscolare;
- Mani sudate;
- Bocca o gola secca.
Uno dei sintomi che spaventa maggiormente è la sensazione di mancanza d’aria. Questa sensazione può portare a cercare di respirare ancora più profondamente o velocemente, andando così a peggiorare i sintomi!
Quando l’iperventilazione dura a lungo, si possono avere anche questi sintomi:
- Vertigini
- Nausea
- Sensazione di soffocamento
- Sensazione di costruzione, di peso o di dolore al torace
- Paralisi muscolari
- Aumento dell’apprensione del senso di allarme, fino al terrore che qualcosa di terribile stia per accadere, per esempio un attacco di cuore, un ictus o la morte
Cosa possiamo fare quindi?
Quando l’iperventilazione rimane contenuta e non cresce troppo – e quando, quindi, la respirazione “controllata” – può non portare allo scatenarsi dell’attacco di panico, ma solo ad un prolungato stato di apprensione.
Ricordiamoci però una cosa importantissima: l’iperventilazione fa parte della risposta di attacco o fuga e, in quanto parte di una normale risposta fisiologica, non è pericolosa.
Benché i sintomi siano spiacevoli, fastidiosi e possano spaventare, non sono dannosi e scompaiono quando si smette di iperventilare.
Tuttavia, apprendere tecniche di respirazione controllata che consentono di bilanciare ossigeno e di anidride carbonica può diminuire la portata dei sintomi.
Dott.ssa Francesca Cervati