PENSIERI INTRUSIVI: COSA SONO?
A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Dott.ssa Francesca Cervati
Capita a tutte le persone di manifestare particolari tipi di pensieri: l’improvviso dubbio di non aver spento bene il gas, la paura di aver fatto del male a qualcuno senza accorgersene, il dubbio che il partner tradisca.
I cosiddetti pensieri intrusivi sono intrusioni mentali definite come pensieri ricorrenti, inaccettabili, indesiderati, accompagnati da un soggettivo disagio emotivo.
Essi sono automatici (al di fuori del nostro controllo) e irrazionali, motivo per cui appaiono come spaventosi, pericolosi e inaccettabili; inoltre, possono interferire con i comportamenti, catturando risorse cognitive e attivando delle emozioni piuttosto intense.
Quando diventano intrusivi?
Ciò che rende i pensieri intrusivi tanto disturbanti da trasformarli in ossessioni è la frequenza con cui compaiono, quanto si valutano pericolosi e inaccettabili, i tipi di strategie utilizzate e la massiccia attenzione che viene data al contenuto di questi pensieri attraverso domande dirette a sé stessi (“perché sto pensando questa cosa?”, “se lo penso sono una persona cattiva”).
Queste modalità attivano un circolo vizioso: si formano pensieri focalizzati a dare un giudizio al pensiero intrusivo, e in questo modo ne aumentano la salienza.
Le strategie di soppressione
Tra le strategie più utilizzate per sopprimere il pensiero intrusivo ci sono la distrazione (ovvero la tendenza a spostare il focus attentivo su stimoli o attività alternativi) e le azioni di verifica (azioni rassicuranti ricercate in sé o negli altri, volte a confermare o disconfermare il dubbio sorto).
Queste strategie, apparentemente funzionali, in realtà producono una maggiore facilità di accesso delle intrusioni nella nostra coscienza e un aumento della loro frequenza.
Ossessioni e compulsioni
I temi più frequenti che possono trovarsi nelle ossessioni sono:
– L’ordine e la simmetria, in cui le persone provano elevati livelli di stress nel momento in cui gli oggetti non sono ordinati o simmetrici;
– La contaminazione, in cui il persistente timore di potersi ammalare entrando in contatto con sporco o germi induce la persona mettere in atto rituali di evitamento e pulizia;
– Il danneggiamento, in cui le persone si sentono iper-responsabili di procurare inavvertitamente danni a sé o agli altri, accrescendo la presenza di rigidi controlli o azioni ritualistiche;
– L’aggressività e l’impulsività, in cui la persona ha una persistente preoccupazione di perdere il controllo e agire in modo sconsiderato o perverso.
Le compulsioni sono quei comportamenti ripetitivi, osservabili (ad es. lavarsi le mani, controllare) o no (ad es. formule magiche mentali, rassicurarsi) che hanno come fine quello di prevenire, ridurre l’ansia o la paura e scongiurare che possano verificarsi eventi temuti, ma ciò, come abbiamo detto, è molto difficile in questo modo.
I consigli della psicologa
Nel mio studio di psicologa a Brescia mi trovo spesso a dialogare con persone che affrontano giornalmente i pensieri intrusivi: ciò che ritengo sia utile fare per ridurre il livello di disturbo è lasciare che il pensiero fluisca, interrompendo qualsiasi valutazione, giudizio o interpretazione; come se la nostra mente fosse una stazione affollata di treni in corsa, che la attraversano ma poi procedono oltre.
Restare a guardarli passare da lontano senza cercare di prenderli o fermarli è la meta.