LE FAQ SUL PERCORSO DI PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Dott.ssa Francesca Cervati
In quest’articolo cercherò di rispondere ad alcune domande frequenti che mi vengono poste sia nel mio studio di psicologa a Brescia che nella vita al di fuori di esso quando parlo di terapia cognitivo-comportamentale
1. Chi è lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale?
Lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale è un laureato in psicologia o medicina, iscritto al rispettivo ordine professionale (degli psicologi o dei medici), che intraprende un corso di specializzazione in psicoterapia di orientamento cognitivo-comportamentale, per la durata di quattro anni dopo la laurea magistrale.
2. A chi è rivolta la psicoterapia cognitivo-comportamentale?
Essa è fondamentalmente adatta a chiunque possa necessitare di una psicoterapia in generale, età e sesso non sono assolutamente determinanti e sono esclusi soltanto i bambini troppo piccoli.
3. Per quali disturbi è indicata?
Essa ha storicamente le sue maggiori applicazioni nel trattamento della depressione, dei disturbi d’ansia, delle varie forme di fobie e in parte dei disturbi ossessivi compulsivi.
Successivamente lo sviluppo delle teorie e di nuovi strumenti terapeutici ha permesso di affrontare efficacemente anche i disordini del comportamento alimentare (come l’anoressia o la bulimia), i disturbi sessuali e i disturbi di personalità.
4. Quanto dura la terapia?
La durata è determinata da diversi fattori (la gravità del problema, la motivazione del paziente, lo stabilirsi di una buona relazione terapeutica, ecc.) e non si può stabilire a priori, essa può durare da alcune settimane a più di un anno.
5. Con che frequenza è necessario vedere il terapeuta?
Comunemente è prevista una seduta a settimana, tuttavia in base alle necessità individuali è possibile prevedere, almeno inizialmente, frequenze più ravvicinate.
Con il proseguire della terapia si tende a diradare sempre di più le sedute fino alla conclusione.
6. Si prescrivono psicofarmaci durante la terapia?
Gli psicofarmaci possono essere prescritti solo da uno psichiatra, a cui verrà indirizzato il paziente in caso di necessità.
7. Si può interrompere liberamente un percorso di psicoterapia?
Sì, è un diritto del paziente interrompere la psicoterapia.
È preferibile però parlare delle motivazioni che hanno portato a questa scelta.
8. Cosa accade durante la prima seduta?
Per questa domanda ti consigliamo di leggere l’articolo a questo link https://www.studioilbucaneve.it/cosa-accade-nel-primo-colloquio-con-uno-psicoterapeuta-cognitivo-comportamentale/
9. Sono previsti dei “compiti a casa” tra le sedute?
Sì, il lavoro a casa può includere prendere nota dei propri stati d’animo, pensieri e comportamenti; pianificare le attività; riconoscere i pensieri negativi etc.
Quello che viene appreso in terapia è anche ciò che viene praticato al di fuori di essa e vi sono ricerche al riguardo che dimostrano come pazienti che svolgono gli esercizi assegnati migliorano prima e stanno meglio più a lungo.