I DIRITTI ASSERTIVI
A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Dott.ssa Francesca Cervati
Avevamo parlato di assertività in uno dei primi articoli del blog . Per rinfrescarci la memoria: L’assertività si può definire come la capacità di un soggetto di riconoscere le proprie esigenze e di esprimerle all’interno del proprio contesto, nel rispetto quindi di sé ma anche dell’altro.
Il presupposto del comportamento assertivo è il riconoscimento dei diritti propri e dell’altro, che permettono di agire in base ai principi di libertà e responsabilità. Questi sono comunemente definiti “diritti assertivi” e comprendono il rispetto di sé stessi, dei propri sentimenti e delle proprie esigenze e convinzioni.
Possiamo considerare i diritti assertivi come una sorta di “linea guida”, un parametro di riferimento in base al quale osservare la relazione: essa è assertiva se tali diritti vengono rispettati, sta invece assumendo caratteristiche di passività o aggressività se i diritti degli interlocutori vengono violati. Servono inoltre a valutare se sollevare o meno una determinata questione che si vive come problematica e fino a che punto sostenere il proprio punto di vista: infatti è bene ricordare che è assertivo quanto rispetta i diritti delle parti in causa, non necessariamente quanto gratifica i desideri o i bisogni delle persone coinvolte.
Facciamo un semplice esempio: se io chiedo un passaggio ad un amico e lui rifiuta, posso forse starci male ma non posso dire che l’altro è stato aggressivo o inopportuno. Posto che ognuno di noi abbia avuto un comportamento verbale e non verbale rispettoso, io ho esercitato il mio diritto di chiedere (non di pretendere però!) e lui il suo diritto di rispondere e di dire anche di no. Se entrambi abbiamo agito nel rispetto sia dell’altro sia nostro (io avevo bisogno di un passaggio e l’ho chiesto, l’altro non poteva e me l’ha detto), allora questa interazione è stata assertiva, anche se io non ho ottenuto ciò che desideravo.
Chiaro che, quando si sceglie di esercitare uno dei propri diritti, occorre prendersi la responsabilità delle conseguenze che tale decisione comporta. Così, ad esempio: abbiamo il diritto di chiedere ciò che desideriamo ma abbiamo la responsabilità di accettare le conseguenze se qualcuno ci dice “no” o “sì” alle nostre richieste. Allo stesso modo, se diciamo “no” ad una richiesta sarà nostra responsabilità accettare quanto ciò inciderà sulla relazione che abbiamo con la persona con la quale abbiamo espresso il rifiuto.
Inoltre, riconoscere e rispettare i diritti assertivi significa anche riconoscerli e rispettarli negli altri: tutti hanno gli stessi nostri inviolabili diritti.
I 10 DIRITTI ASSERTIVI:
- Ho il diritto di essere me stesso.
- Ho il diritto di agire in modo da difendere il mio valore e la mia dignità senza ledere l’integrità altrui.
- Ho il diritto di avere bisogni e necessità anche diversi da quelli delle altre persone.
- Ho il diritto di chiedere (ma non di pretendere!) ciò di cui ho bisogno.
- Ho il diritto di giudicare il mio comportamento e i miei pensieri e di assumermene la responsabilità, accettandone le conseguenze.
- Ho il diritto di essere anche illogico nelle mie scelte.
- Ho il diritto di non offrire ragioni o scuse per giustificare il mio comportamento.
- Ho il diritto di dire “no” senza sentirmi in colpa.
- Ho il diritto di dire “non so” o “non capisco” e di chiedere spiegazioni.
- Ho il diritto di cambiare opinione.
- Ho il diritto di commettere errori e di assumermene la responsabilità.
- Ho il diritto di valutare se assumermi la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi degli altri.
- Ho il diritto di non rendere sempre al massimo delle mie possibilità.
Nel mio studio di psicologa a Brescia aiuto i miei pazienti a riconoscere e rispettare i diritti assertivi attraverso un aiuto e un sostegno psicologico.