Dottoressa aiuto, provo emozioni negative!
A cura della psicologa psicoterapeuta dott.ssa Stefania Ciaccia
Ciò che ci fa stare male, lo sappiamo, sono le nostre emozioni negative.
Stiamo male quando siamo tristi, spaventati, in ansia, arrabbiati, delusi… Allo stesso modo i disturbi mentali partono da una sintomatologia che riguarda la sfera emotiva verso quella comportamentale.
Quando ci ritroviamo a provare stati emotivi negativi cerchiamo un modo più o meno funzionale per uscirne, per toglierci da quella condizione e raggiungere uno stato di maggior benessere.
Cerchiamo di chiarire innanzitutto un concetto importante: le nostre emozioni negative ci servono!
Se non avessimo paura di essere investiti da una macchina, non ci verrebbe in mente di controllare se arrivano veicoli in corsa prima di attraversare. Questo comportamento, guidato dalla nostra paura che è scaturita dalla percezione del pericolo, ci permette di restare in vita.
È quindi importante comprendere che questo tipo di sensazioni fanno parte della nostra vita e vengono quotidianamente affrontate nel lavoro svolto in studio con una psicologa.
Il ruolo evolutivo
Le nostre emozioni – il cartone animato della Pixar Inside Out ci insegna molto bene – hanno e hanno avuto in passato un ruolo decisamente importante nella nostra evoluzione, ai fini della nostra sopravvivenza.
La rabbia ci consente di attivarci nel momento in cui percepiamo un’ingiustizia e di comportarci in modo da far sì che quella situazione spiacevole non si ripeta, per esempio comunicando il nostro disappunto.
L’ansia emerge quando la nostra mente elabora segnali di un probabile (ma non certo!) pericolo: il nostro corpo si tende, cerchiamo di controllare le informazioni intorno a noi per prepararci ad affrontare al meglio l’eventuale situazione spiacevole.
La tristezza è l’emozione che proviamo quando elaboriamo una perdita (nel senso più ampio che possiate immaginare). Anche questa emozione ha una funzione molto importante; innanzitutto se non esistesse, non esisterebbe neanche il suo contrario, che è invece uno stato mentale al quale cerchiamo di tendere.
Inoltre, la tristezza ci permette di fermarci e lasciare spazio all’evento negativo per essere elaborato e immagazzinato in un certo modo, per evitare che si ripresenti in maniera disturbante.
Fanno male le nostre emozioni?
Potremmo andare avanti all’infinito a descrivere quanto utili siano le nostre emozioni ma vorrei prendermi dello spazio per guidarvi su un’altra riflessione: quanto siamo disposti ad accogliere le nostre emozioni spiacevoli? Certo che fa male essere tristi!
E non possiamo pensare di arrabbiarci senza sentire un fremito dentro che fatica ad andarsene e ci lascia una sensazione di disagio… Non le definiremmo negative, altrimenti!
Così, anche l’ansia non è qualcosa che si razionalizza “da fuori”, non possiamo provare paura senza attivarci fisiologicamente.
La psicologa consiglia
Come psicologa, quello che noto spesso nella mia pratica è un’accettazione razionale alle emozioni negative: siamo tutti d’accordo rispetto al fatto che sia giusto provarle o almeno impossibile evitarle perché fanno parte della natura umana.
Quando però arrivano ci sconvolgiamo per il loro impeto, per la forza con la quale ci pervadono, dimenticandoci che è proprio quello lo sforzo di accettazione che dobbiamo compiere, che non c’è nulla di patologico ma che è intrinseco nell’emozione stessa il malessere che procura.
Proviamo a essere più accoglienti nei confronti delle nostre emozioni negative: sono spiacevoli ma assolutamente sane.