COS’È IL MINDFUL EATING?
A cura della Psicoterapeuta e Psicologa a Brescia Dott.ssa Stefania Ciaccia
Mindfulness
Per parlare di mindful eating, bisogna prima introdurre il concetto di mindfulness, o consapevolezza, che è un’abilità che tutti possono sviluppare e che può aiutare le persone a stare meglio con se stesse e con gli altri.
Recentemente ha acquistato parecchia popolarità ed è sempre più studiata e accettata nei campi della scienza, della sanità e dell’educazione.
Mindfulness significa prestare deliberatamente attenzione, essere pienamente coscienti di ciò che accade dentro di noi (nel corpo, nel cuore, nella mente) e fuori, nell’ambiente in cui si è, momento per momento, durante lo svolgersi della vita.
È una pratica priva di giudizio o critica: ha a che fare, cioè, con il sentire senza valutare: nella nostra vita quotidiana siamo spesso di corsa, proiettati verso il futuro (spesso in modo ansioso) e rischiamo di perderci i momenti che accadono nell’oggi.
La mindfulness, è una disciplina che possiamo applicare a ogni sfera della vita, anche nella relazione che si ha con l’alimentazione.
Il mindful eating
Il mindful eating è un’esperienza che ci coinvolge in maniera totale: corpo, cuore e mente ci assistono nello scegliere il cibo, prepararlo e mangiarlo.
Sono inoltre coinvolti tutti i sensi, permettendo di immergersi nell’esperienza del mangiare attraverso il colore, la consistenza, l’odore, il gusto e persino il suono.
La pratica di mindful eating, che si propone di funzionare sia con bambini sia con adulti, è trasmessa inizialmente da un professionista per giungere successivamente all’uso autonomo, essendo facile e interessante.
In questo modo, è possibile notare cambiamenti duraturi e offrire una cura permanente.
Come funziona?
L’efficacia di questa pratica è data dal fatto che evoca un cambiamento che parte dall’interno, nei tempi e nei modi che meglio si addicono a ciascuno; al contrario di tecniche, diete e bilance che impongono un cambiamento dall’esterno.
Quando le persone si propongono di modificare le loro abitudini alimentari, spesso lo fanno introducendo una dieta che, in un modo o nell’altro, è restrittiva: diminuisco le quantità, scelgo dei cibi meno grassi o più proteici, a seconda dell’obiettivo che mi propongo di raggiungere.
Quello che viene tralasciato in queste pratiche è un concetto importante, cioè che il nostro corpo, se veramente ascoltato, è in grado da solo di dirci di che cosa abbiamo bisogno, utilizzando tutte le proprietà del cibo che assolvono diverse funzioni, non solo quelle nutrizionali.
Il ruolo del cibo
Il cibo non dev’essere visto negativamente, perché esso può essere piacevole, buono, consolatorio, in grado di diminuire una sensazione spiacevole tipo il bruciore di stomaco o il mal di gola (sto pensando alle caramelle al miele che tengo nel mio studio di psicologa a Brescia).
La credenza più diffusa legata al cibo è che se lasciamo il corpo ragionare da solo, sceglierà sempre e solo cibi grassi, ma questa è una credenza erronea e disfunzionale.
Il mindful eating è un modo per riscoprire una delle attività più piacevoli degli esseri umani, riconnettersi con la naturale saggezza del proprio corpo e con l’apertura e la gratitudine del proprio cuore.
Nel mio studio di psicologa a Brescia propongo corsi di mindful eating, per stabilire una relazione più sana con il cibo.