LE DISTORSIONI COGNITIVE NELLA DEPRESSIONE
Cosa sono e come vengono considerate nella psicoterapia individuale
A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Francesca Cervati
In uno degli articoli precedenti abbiamo spiegato che quando una persona prova un’emozione, come può essere la tristezza, la colpa o la rabbia, questa è sempre preceduta da alcuni pensieri.
Questi pensieri, soprattutto se danno origine a emozioni fortemente spiacevoli, possono contenere alcuni errori chiamati distorsioni cognitive.
A questi modi sbagliati di ragionare e di valutare la realtà è stato dato un nome per aiutare a ricordarli e a individuali in se stessi quando si è all’interno di un percorso di psicoterapia individuale, per esempio.
Oggi vi presentiamo quelli tipici delle persone con depressione.
Pensiero “tutto o nulla”
Vediamo tutto in bianco o nero, le cose sono tutte buone o cattive, sicure o pericolose, senza via di mezzo. Esempio: “o farò tutto in maniera precisa o meticolosa o sarà tempo sprecato”.
Pensiero catastrofico
Prediciamo il futuro in maniera negativa senza considerare altri possibili esiti o sviluppi. Ci aspettiamo in continuazione che possa avvenire un disastro.
Inoltre, siamo sempre all’erta perché ci aspettiamo che arrivi da un momento all’altro la temuta tragedia. Esempio: “ho mal di testa, avrò sicuramente qualcosa di grave”.
Ragionamento emotivo
Pensiamo che qualcosa sia vero solo per il fatto che “sentiamo” (in realtà crediamo) fortemente che sia così, ignorando, svalutando o minimizzando tutto ciò che prova il contrario.
Esempio: “mi sento male, quindi le cose stanno andando veramente male”; “mi sento in ansia, quindi deve esserci una minaccia reale”.
Filtro mentale
Filtriamo la realtà anche quando ci concentriamo solo su dettaglio sulla cui base giungiamo a conclusioni eccessive, per esempio quando non ricevendo da un amico la telefonata promessa, pensiamo: “a lui non importa niente di me” oppure quando, restando per un momento senza sapere cosa dire mentre parli con qualcuno, concludiamo che: “Non abbiamo mai niente da dire!”.
Lettura del pensiero
Crediamo di sapere quello che gli altri pensano e provano, o il motivo per cui agiscono in un certo modo evitando di considerare altre – e più probabili – possibilità.
Esempio: “sono certa che pensa sia noiosa e che non voglia invitarmi più”.
Ipergeneralizzazione
Tendiamo ad arrivare a conclusioni di carattere generale in maniera affrettata, allontanandoci dalla situazione concreta e attuale, usando spesso avverbi come sempre, mai, tutti, tutto, nessuno, niente.
Esempio: per il fatto di non essere stato brillante in una riunione, concludiamo che: “non saremo mai capaci di essere all’altezza in una riunione”.
Personalizzazione
Succede quando senza ragione attribuiamo a noi stessi tutta la colpa di qualcosa che è andato male. Esempio: “È infelice per colpa mia”.
Individuare questo tipo di distorsioni cognitive è il primo passo compiuto in studio durante un percorso di psicoterapia individuale: dare un nome (come dicevamo in precedenza) così da poter prima rendersi conto della loro esistenza e successivamente eliminarli, trasformandoli in pensieri maggiormente funzionali.