La parola alla psicologa: la depressione
A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia dott.ssa Stefania Ciaccia
Come forse molti di voi già sapranno la depressione è il disturbo mentale più diffuso al mondo.
Non è solo il parere di una psicologa di Brescia: Secondo i dati ISTAT (2018) in Italia, tra il 2015 e il 2017 ne hanno sofferto più di 2,8 milioni. Oggi, con la crescita delle difficoltà emotive (ma anche sociali ed economiche) che la pandemia da Covid – 19 si trascina dietro, potrebbero risultare anche di più, considerando il fatto che è in costante aumento.
Nonostante ciò, la maggior parte delle persone che soffre di questo disturbo risponde bene al trattamento: l’80 – 90% della popolazione clinica, attraverso una terapia farmacologica e un percorso di psicoterapia con una psicologa psicoterapeuta, ottiene un buon risultato in termini di cura.
I disturbi depressivi
Il DSM V (il manuale che raccoglie la descrizione di tutti i disturbi mentali) descrive numerosi disturbi depressivi, ma quello più diffuso è il Disturbo Depressivo Maggiore, che viene diagnosticato quando una persona presenta un cambiamento significativo nel suo funzionamento, con almeno la presenza di due sintomi principali:
- Umore depresso;
- Perdita d’interesse o piacere per la maggior parte delle attività.
A questi si possono unire sintomi somatici come la perdita di peso o una variazione del sonno, faticabilità o agitazione motoria.
Inoltre, sintomi tipici del disturbo depressivo sono pensieri di auto–svalutazione, pessimismo e negatività verso il proprio futuro e il mondo che ci circonda, difficoltà a concentrarsi, pensieri di morte con ideazione suicidaria e frequenti stati emotivi di colpa, ansia o tristezza.
Come funziona la depressione?
Al di là della sintomatologia espressa, troverete normalmente concordanza tra l’opinione di una psicologa di Brescia o di Roma sul fatto che per comprendere realmente come funziona la depressione si debba soffermarsi sul concetto di perdita.
Le persone che soffrono di questo disturbo, infatti, stanno sperimentando un lutto, la perdita di qualcosa che prima c’era e ora non c’è più.
La perdita
Quando parlo di perdita non mi riferisco soltanto e necessariamente alla morte di una persona cara, ma anche alla fine di una relazione importante oppure alla perdita di qualche competenza, di un lavoro o della propria percezione di efficacia personale, che può emergere come conseguenza di un insuccesso.
A seguito infatti di un evento che determina la fine di qualcosa, i pensieri che il paziente depresso porta sono negativi, con contenuti di fallimento, autocritica, insuccesso, inamabilità e disvalore personale.
Pensano di essere carenti di risorse e di poteri, come per esempio la capacità di raggiungere mete prefissate o suscitare interesse e amore nelle persone che li circondano e così via.
La perdita che sperimenta una persona che soffre di depressione è valutata e sentita dal paziente come irreversibile e irreparabile, come un’esperienza totale e in grado di invalidare tutto l’individuo e tutta la sua prospettiva esistenziale: il suo passato, il suo presente e il suo futuro.
Ma, soprattutto, è una perdita che l’individuo con depressione non riesce ad accettare.